Google respinge le accuse sulla eventuale violazione della privacy.

In particolare ribadisce che il governo americano non ha accesso ai propri server almeno non in modalità diretta o tramite porte backdoor (drop box.) I dati che vengono forniti ai governi sugli utenti sono esclusivamente quelli che in conformità della legge Google è tenuta a fornire. Così spiega nel proprio comunicato stampa, chiarendo che i propri legali esaminano ogni singola richiesta pervenuta e qualora non corretta o troppo ampia la stessa può essere anche respinta. Inoltre dichiara che sarà il più trasparente possibile nelle richieste governative per l'uso delle informazioni personali.

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E' interessante notare a quale normativa si faccia riferimento. Quella americana infatti lascerebbe ampi margini di manovra al programma segreto denominato PRISM, secondo il quale, la National Security Agency (NSA) americana infatti oltre alle intercettazioni delle chiamate vocali sarebbe in concreto autorizzato ad effettuare anche quelle effettuate sui metadati inerenti le comunicazioni telefoniche.

Secondo i documenti pubblicati dal Washington Post la NSA potrebbe accedere tramite le backdoor ai server di Microsoft, Google, Yahoo!, Facebook, PalTalk, YouTube, Skype, AOL e Apple.

In pratica i dati di ciascun utente relativi a messaggi di posta elettronica, chat, video, audio, dati binari, comunicazioni VoIP, file, notifiche di accesso del sospettato, report dell'attività sui social network ed altre "domande speciali" potrebbero risultare richieste ed ottenute legalmente da qualsiasi ispettore statunitense deputato alla sicurezza della NSA.

Leggeremo con curiosità le prossime evoluzioni in merito…