In tempi difficili come i nostri, solo il flusso incessante di innovazioni può garantire ad un’impresa di competere e prosperare. Occorre dunque creatività per aumentare l’efficienza e la produttività in un’ottica di “sviluppo compatibile”, per immaginare e attuare procedure operative più economiche ed efficaci, per migliorare la qualità di prodotti e servizi e per far fronte ai problemi sempre più ardui e costosi di un mondo esterno in rapidissima evoluzione. Oggi un’impresa incapace di muoversi non può sopravvivere a lungo nel mondo degli affari.
Circa il 90% del volume delle vendite delle aziende di successo è costituito da prodotti che soltanto 10 anni fa erano ignoti al mercato. La creatività ha un ruolo fondamentale nella filosofia, nel problem solving (la risoluzione dei problemi) e nei processi decisionali di quasi tutte le funzioni aziendali.
La caratteristica più importante delle imprese creative di successo è un management che si rifiuta di accettare acriticamente le soluzioni già sperimentate, collaudate e consuete; invece di seguire ciecamente le procedure consolidate e di percorrere con stanchezza le strade già battute, gli imprenditori creativi sono sempre disposti ad esaminare e mettere in pratica idee nuove. Essi si attivano per ricercare concetti anticipatori di nuove tendenze che proprio per la loro natura sperimentale sono invece guardati con diffidenza dalle imprese troppo prudenti o adagiate su un successo ormai consolidato.
L’impresa cresce perché viene regolarmente nutrita con nuove idee che, tra l’altro, diventano assolutamente necessarie in tempi di incertezza, quando valori e obiettivi cambiano e problemi nuovi sorgono di continuo. Nel mondo sempre più complesso non è possibile affidarsi unicamente alle tecniche collaudate e all’analisi razionale poiché le prime si dimostrano incapaci di risolvere i problemi e le soluzioni razionali non garantiscono più la competitività.
Troppe aziende fanno ancora troppo poco per incoraggiare l’innovazione: troppe procedure utilizzate sono diventate obsolete. Solo alcuni si preoccupano di questa necessità di svecchiamento ma non trovano un clima favorevole: si va dall’indifferenza all’ostilità, non solo passiva ma spesso anche attiva, che genera uno scontro frontale fra creativi ed esecutivi.
Naturalmente la maggior parte degli imprenditori sono pronti a dichiararsi ben disposti ad esaminare un’idea nuova però dicono: “Questa si che è una buona idea! Studiala bene nei dettagli e poi torna”, un tipico esempio di “frase killer” che non fa altro che affossare una buona proposta, solo apparentemente incoraggiandola, ma di fatto considerandola da rivedere, approfondire, valutare ecc.
In genere il dipendente non ha né il tempo né la preparazione, né spesso gli incentivi e le motivazioni per metterla a punto. Per cui arriva a dire “è inutile, non mi stanno neanche a sentire, non capiscono”. Il collaboratore rientra nei ranghi e torna nella più comoda routine.
È essenziale sottolineare che le capacità si consolidano con la pratica e l’esercizio e poi vengono sviluppate e potenziate con un uso costante, altrimenti si atrofizzano.
In altre parole, le persone creative devono essere continuamente incoraggiate, altrimenti si spengono. Quando una persona è creativa, ha una buona immagine di sé e delle proprie capacità, è indipendente per natura e non è trattenuta dal timore di possibili fallimenti o brutte figure; chi non è creativo invece spreca tempo ed energie nella salvaguardia della propria immagine.
Il timore dell’insuccesso impedisce a molti imprenditori di tentare qualcosa di innovativo. Ma attenzione, la prudenza intesa come gradualità non è negativa, poiché è un sistema di controllo nella espressione della propria creatività. Un sano orientamento al successo miscela sapientemente l’esercizio della creatività con la serietà e l’esigenza di rendersi utile. Il vero fallimento sta nel non tentare MAI qualcosa di nuovo.
Gli imprenditori capaci di idee originali sono numerosi: ma occorre il coraggio di essere se stessi, di vincere le opposizioni e di tradurre le proprie idee in iniziative concrete e produttive. Spesso i collaboratori sono solo preoccupati di uscire senza danni da ogni situazione e questa forma di acquiescenza viene giustificata come “fedeltà all’organizzazione”, desiderio di essere accettato ed approvato. Sfortunatamente nelle aziende il conformismo viene quasi sempre incoraggiato e premiato; non piace la gente che ama discutere le cose, spesso non si vogliono assumere rischi e si cerca di evitare le iniziative troppo impegnative.
Il più alto apprezzamento sovente va ai dirigenti che obbediscono ciecamente agli ordini del capo, che si mostrano sempre rispettosi, che fanno puntualmente il loro lavoro, che non creano grane con i loro colleghi. Il mondo è pieno di imprenditori “assennati”, che poi vuol dire mediocri, i quali non hanno il coraggio di fare quello che veramente andrebbe fatto per il timore del giudizio degli altri.
Emerson ha affermato che “Qualunque cosa tu intraprenda, occorre coraggio. Concepire un progetto e metterlo in pratica richiede coraggio quanto un’operazione di guerra”.
Ma molti di questi imprenditori non sono forse un po’ troppo rigidi, conformisti, stereotipati, opachi e privi di spirito di iniziativa? L’eccesso di dubbio è l’anticamera dell’insuccesso e non coincide con il senso di responsabilità; chi si preoccupa, cerca di sfuggire ai problemi, chi è responsabile cerca invece di affrontarli. “La preoccupazione è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo” (Mark Twain).
La motivazione, invece, è ardore ed impegno nell’attività.
Allora quali sono le caratteristiche che deve coltivare in sé il manager creativo?:
– spirito di osservazione, intuizione e originalità
– autonomia di giudizio, indipendenza ma anche capacità di adeguarsi alla regola generale
– ricchezza e varietà di conoscenze e interessi e loro ricerca continua tramite studio e lettura
– apertura ai giudizi degli altri: è pronto ad ascoltare ma è lui a decidere
– sensibilità estetica e forte interesse per le cose dell’arte e della natura
– versatilità, dinamicità e avversione per tutto ciò che è abitudine e routine
E ancora:
– energia e motivazione interna
– determinazione assoluta
– capacità di gestire lo stress
– senso dello humour.
By Giustiniano La Vecchia
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