Il nuovo codice degli appalti (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36) in vigore dal 1° aprile 2023, in tema di criteri di aggiudicazione  degli  appalti  di  lavori,  servizi   e forniture, ha re-inserito la certificazione di genere come uno dei criteri di premialità, prevedendo quanto segue:

“Al fine di promuovere  la  parità  di  genere,  le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti,  il  maggior  punteggio  da  attribuire  alle   imprese   che attestano, anche a  mezzo  di  autocertificazione,  il  possesso  dei requisiti  di  cui  all’articolo  46-bis  del   codice   delle   pari opportunità tra uomo e donna,  di  cui  al  decreto  legislativo  11 aprile 2006, n. 198.

La stazione appaltante verifica l’attendibilità dell’autocertificazione dell’aggiudicataria con qualsiasi adeguato mezzo”.

Pertanto:

 

  1. le imprese, come sempre sotto propria responsabilità, potranno dichiarare di possedere i requisiti richiesti dalla norma con serenità, qualora abbiano proceduto ad ottenere la certificazione, utile al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per  ridurre  il  divario  di genere in relazione alle opportunità di crescita  in  azienda,  alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche  di  gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità;
  2. le stazioni appaltanti dovranno prevedere l’inserimento di un punteggio premiale per le imprese che procedono ad effettuare in autocertificazione tale attestazione.

Dotarsi di un sistema aziendale che porti alla riduzione del divario di genere è dunque un buon metodo per raggiungere i criteri di premialità previsti.