Secondo il World Economic Forum dall’indice mondiale del divario tra genere femminile e maschile (World gender gao) basato su quattro costrutti base (partecipazione economica ed opportunità; livello di istruzione; salute e sopravvivenza; potere politico) si evince che la parità di genere a livello mondiale verrà concretamente raggiunta solo nel 2095.

uguaglianza fra sessi
Pensare che possano ancora passare circa ottant’anni per vedere una donna fieramente pari ad un uomo (parimenti fiero di averla al proprio fianco) è certamente una notizia sconfortante. Ma il seme è stato gettato e dunque le prossime generazioni vedranno finalmente un confronto leale, libero e costruttivo tra il bello dei due generi.
Nei primi dieci posti dei Paesi migliori nell’applicazione della parità di genere non si trova né l’Italia (69esimo posto) né il Regno Unito (al 26esimo posto) ma i seguenti paesi:
1. Islanda
2. Finlandia
3. Norvegia
4. Svezia
5. Danimarca
6. Nicaragua
7. Rwanda
8. Irlanda
9. Filippine
10. Belgio
Mentre questi sono gli ultimi della lista dei 142 paesi coivolti:
133.Marocco
134.Giordania
135. Libano
136.Costa d’Avorio
137.Iran, Rep. Islamica
138.Mali
139.Siria
140.Chad
141.Pakistan
142.Yemen

Ritengo interessante segnalarvi anche questo video relativo all’iniziativa “girlguiding” per la parità di genere a livello mondiale.
Giovanissime donne in crescita intervistate che comprendono quanto sia logica e sinceramente utile la parità tra i due essi, indossano il badge “Breaking barriers” (barriere da rompere) presentato in Parlamento a Londra. Il loro messaggio è tenero e confortante.

Ho apprezzato molto anche le parole della bella Patricia Arquette che ha recentemente vinto il premio Oscar come miglior attrice non protagonista 2015:

“A ciascuna donna che ha dato il dono della vita a qualcun altro, a ogni contribuente e cittadino di questa nazione, noi abbiamo lottato per gli eguali diritti di tutti. È giunta l’ora di una parità salariale tra uomini e donne una volta per tutte. Ed è anche giunta l’ora di ottenere uguali diritti per le donne degli Stati Uniti d’America”.
E’ meraviglioso pensare che, anche se è oggi una conquista non facile, arriverà il tempo in cui donne e uomini finalmente “fusi” in un mondo di reciproco rispetto e stima, porteranno l’esempio della loro ricchezza interiore anche nei Paesi dove purtroppo da troppo tempo la donna viene giudicata per l’esclusiva appartenenza ad uno dei due generi e dunque relegata a stereotiparsi ad umilianti tradizioni che non dovrebbero più esistere in un mondo moderno (es. matrimoni combinati, mutilazioni, privazione del diritto al piacere nella donna, ecc.), o a comportamenti “pre-ordinati” da una società che la classifica aprioristicamente come non degna o non avente il diritto di assumere in generale ciò che l’uomo può fare, e nelle società a noi più vicine, il diritto di assumere posizioni apicali sia nella vita societaria che nell’ambito politico.
La mia personale e profonda stima dunque va:
– a tutte le donne che riescono ad aiutarsi e ad intrecciare un vero spirito di “sorellanza” per sostenere altre donne che meritano di essere evidenziate proprio perché capaci e meritevoli in barba a quell’invidia che spesso viene proprio attribuita al solo genere femminile ma che, in realtà, appartiene sostanzialmente agli spiriti più deboli di entrambi i generi;
– a tutte le donne che, come madri, sorelle, compagne sostengono i loro amori (donne e uomini che siano, perché non vi deve essere limitazione di genere neanche e soprattutto nell’amore) con la forza delle tigri e la dolcezza dei bambini creando un circolo di amore virtuoso che induca a comprendere quanto sia importante la lealtà, il rispetto degli altri e la generosità, nonchè la condivisione di valori importanti. Ognuno ha diritto al perseguimento della propria felicità personale e senza uguaglianza, ciò inevitabilmente non potrebbe essere garantito;
– infine, ultimi nella lista ma primi nei nostri cuori, a tutti gli uomini che non temono di confrontarsi con donne intelligenti e preparate ma proprio perché sicuri di sé ed a propria volta competenti, desiderano un confronto leale ed aperto, le sostengono e le spronano a continuare a credere ed a costruire il cammino verso la reale parità.