Una nuova risoluzione in tema di parità di genere è stata approvata dal Parlamento europeo il 26 maggio 2016 che mette in luce la lotta alla povertà, in particolare la povertà femminile, poiché le donne dipendono maggiormente dai servizi pubblici.
Plaudo il fatto che, come credo, l’istruzione sia fondamentale affinché una persona possa essere indipendente e che, tra gli altri suggerimenti utili, la risoluzione ponga al centro del genere femminile la necessità di un’adeguata istruzione e di servizi accessibili che possano rendere la donna “felicemente” responsabile per sé stessa, per la propria famiglia e nel lavoro.
Purtroppo le donne lavoratrici, svolgono sempre più spesso lavori a basso costo e sono vittime di discriminazioni e questo deve essere evitato richiamando gli Stati ad una maggiore vigilanza. E’ fondamentale comprendere che tra le lavoratrici “povere” in Europa vi sono le nuove categorie costituite da giovani libere professioniste ovvero giovani laureate condannate “ad una vita lavorativa precaria e ad un reddito che raramente riesce a superare la soglia di povertà (nuovi poveri). Dunque non è sufficiente la mera istruzione ma una politica saggia in grado di portare maggiore inclusione possibile.
Il diritto dei minori migranti e rifugiati, bambini e bambine, di accesso all’istruzione, la necessità di sostenere con programmi mirati il proseguimento degli studi delle madri adolescenti (il cui abbandono scolastico precoce costituisce un primo passo verso la povertà) garantiscono inoltre una migliore probabilità di serenità delle future generazioni, anche in termini di evitata devianza sociale.
L’accesso al credito, alla consulenza e ai servizi finanziari è fondamentale “per rendere autonome e responsabili le donne esposte all’esclusione sociale nell’imprenditoria e per incrementare la loro presenza nel settore”. La promozione all’imprenditoria femminile ed al lavoro autonomo grazie all’adozione di migliori pratiche, al tutoraggio, al riferimento a modelli femminili vincenti ed altre forme di sostegno alle donne disoccupate sono messi al centro dell’attenzione degli Stati membri.
La risoluzione sottolinea che “gli uomini devono essere incentivati a promuovere la parità di genere in tutti i settori e a tutti i livelli del mercato del lavoro e devono impegnarsi in tal senso”.
Anche il principio “la parità di retribuzione per un lavoro di pari valore” deve essere il leit motiv in Europa.
Gli Stati membri sono invitati ad intervenire in tal senso in diversi modi:
– considerando “prioritaria la conciliazione tra vita privata e vita professionale introducendo modalità di lavoro a misura di famiglia, ad esempio orari lavorativi adattabili e la possibilità di avvalersi del telelavoro”;
– onde evitare l’esclusione sociale nonché il divario occupazionale, retributivo e pensionistico di genere incrementando “i servizi di assistenza di elevata qualità e a prezzi accessibili destinati ai bambini, alle persone a carico e agli anziani, nello specifico asili nido, asili e strutture di assistenza a lungo termine”;
– per rendere le donne indipendenti, per incentivare le donne a entrare e a rimanere nel mercato del lavoro, per garantire pari opportunità e per spezzare il ciclo della povertà è fondamentale “la parità di accesso all’istruzione gratuita e di elevata qualità e a servizi di assistenza a prezzi accessibili per la prima infanzia, così come all’istruzione formale, informale e non formale e a servizi di sostegno alle famiglie “;
– attuare “provvedimenti per promuovere la conciliazione tra vita professionale e vita privata, al fine di consentire alle donne, in particolare quelle più esposte al rischio di povertà, di proseguire la loro carriera a tempo pieno o, se lo preferiscono, di avere accesso al lavoro a tempo parziale”.
Molti sono gli argomenti proposti dalla risoluzione. C’è anocra molto da fare a sostegno della parità di genere ma dall’analisi si evince che l’argomento ha portata anche macro-economica rilevante. La parità è come la giustizia: difficile da raggiungere pienamente ma è dovere indefesso tentare di perseguirla.